sabato 31 gennaio 2009

Animals face off


C'è un programma su La7 che si chiama Animals face off. L'ho visto oggi per la prima volta. Consiste nel ricreare ipotetiche lotte tra animali, per stabilire chi è il più forte. Tipo: giaguaro contro gorilla, squalo contro ippopotamo o elefante contro rinoceronte. Ovviamente i combattimenti non sono tra animali veri, ma tra robot che riproducono le condizioni degli sfidanti (potenza delle mandibole, agilità, ecc.).
Sono rimasto un po' perplesso. Prima ancora che per l'insensatezza del dilemma scientifico (sapere chi vincerebbe tra un orso polare e un tricheco, ad esempio), per l'attendibilità dei test. Per dire, nella puntata di oggi il robot-giaguaro aveva le ruote.

Insomma, capisco che sia un po' un idiozia. Però a un certo punto ho notato una cosa. Gli scienziati addetti al progetto (biologi, ingegneri, fisici) erano dei gran fighi. Erano lì a illustrare con passione le varie doti degli animali, a sciorinare numeri e a lavorare manualmente sui modelli con senso pratico tutto americano. Immagino che agli occhi di un ragazzino le scienze trattate così siano, pur nella loro iperbolicità, davvero appassionanti.
Poi ho pensato a come viene rappresentato lo scienziato in Italia: un palloso, uno che vive nel suo mondo e che non riesce a comunicare quello che fa, eternamente avvitato in una sua autoreferenzialità negata ai più. E così le persone scappano dalle scienze, pensando siano qualcosa di inaccessibile e noioso. Insomma, negli Usa lo scienziato è un vincente, da noi no, i vincenti sono altri.
E' uno dei tanti sintomi di malessere del nostro paese.

Ps: per chi proprio non può resistere a sapere chi sconfiggerà il leone, può andare quì.

venerdì 23 gennaio 2009

L'agopuntura e il placebo


Una ricerca pubblicata dall Cochrane Collaboration, un organizzazione che si occupa della revisione critica degli studi clinici internazionali, sostiene che l'agopuntura produrrebbe dei benefici non grazie a effettivi stimoli di punti particolari tramite aghi, ma a causa dell'effetto placebo. Come per l'omeopatia e le altre medicine alternative, l'effetto dell'agopuntura dipenderebbe da un autocondizionamento: dopo il trattamento mi aspetto di guarire, e finita la cura effettivamente mi sento meglio.

Ma la domanda è: l'agopuntura è efficace? E se la senzazione di benessere prodotto dall'effetto placebo rientrasse tra gli effetti di un trattamento, come l'abbassamento della glicemia è provocato dall'insulina? Ho letto su una rivista di una ricerca in cui gli antidolorifici, se somministrati all'insaputa del paziente, avevano scarsa o nulla efficacia. Questo per dire che anche in farmaci testati gioca un ruolo fondamentale l'autocondizionamento. Chi non si è sentito bene già un secondo dopo aver preso l'Aulin?

Le mie conclusioni sono che per i malesseri di origine nervosa (gastriti, acne, ecc) questi rimedi sono realmente efficaci. Per chi ci crede. Dunque a me farebbero ben poco. Se invece vogliamo curare il diabete con l'omeopatia, allora si rientra in un ambito, la pseudo-scienza, da osteggiare pienamente.

venerdì 12 dicembre 2008



In attesa che il LHC riprenda a funzionare, ci si può consolare sfogliando una novità editoriale di un fotografo sardo, Antonio Saba, fotografo ufficiale del Cern di Ginevra. In "One millionth of a second after Big Bang" sono raccolte una serie di foto scattate durante la realizzazione dell'acceleratore di particelle. Stasera il catalogo verrà presentato al T-Hotel di Cagliari.
A lato una foto tratta dal libro.

mercoledì 10 dicembre 2008


Se vi siete mai imbattuti in uno scarafaggio a passeggio per la cucina avrete sicuramente notato, inseguendolo con una scopa, che questo poco amato insetto cambia spesso direzione durante la fuga. Più precisamente le sue traiettorie di fuga sono 90, 120, 150 e 180 gradi rispetto a quella dell'inseguitore. E' quanto ha scoperto un ricercatore dell'Istituto per l'ambiente marino e costiero del Cnr di Oristano, tale Paolo Domenici.
Ci si chiede perché uno che studia il mare faccia ricerca sugli scarafaggi. A quanto pare le traiettorie di fuga delle blatte sono simili a quelle dei pesci e degli altri animali marini. E lo scarafaggio ha il vantaggio di poter essere studiato con più facilità.

venerdì 5 dicembre 2008